Die Ernennung von Marco Colamonici zum neuen stellvertretenden Staatsanwalt in Messina ist null und nichtig – Stampalibera.it

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TAR von Latium: Die Ernennung von Marco Colamonici zum neuen stellvertretenden Staatsanwalt in Messina ist null und nichtig

Die Ernennung von Marco Colamonici zum neuen stellvertretenden Staatsanwalt in Messina ist null und nichtig. Die Unterlagen seien an den CSM zurückgesendet worden, „damit dieser erneut die Befugnis zur Übertragung der Aufgabe wahrnehmen kann“. Das hat das regionale Verwaltungsgericht Latium entschieden – berichtet Ansa aus Rom – und hat einer Berufung stattgegeben, die gegen die Ernennung der derzeitigen stellvertretenden Staatsanwältin in Catania, Assunta Musella, eingelegt wurde. Nachdem der TAR die in der Berufung dargelegten Beschwerden dargelegt hatte, stellte er in der Einleitung fest und bestätigte, dass „dem CSM bei der Bewertung der Sachverhalte ein weites Ermessen eingeräumt werden muss, um den am besten geeigneten Kandidaten für ein bestimmtes Führungsamt zu ermitteln: dies.“ führt im Umkehrschluss zu einer Beschränkung der verwaltungsrichterlichen Kontrolle auf Mängel formaler oder logischer Art, während die Beurteilung der Zweckmäßigkeit und Zweckmäßigkeit der Regelung ausgeschlossen bleibt.“

Ecco che allora per i giudici il Csm non ha «in alcun modo dato evidenza di aver effettivamente esaminato il profilo della ricorrente», mentre quanto alla valutazione degli indicatori specifici previsti dalla normativa ha «reputato prevalente il controinteressato esclusivamente “in virtù della già vista ricca e prolungata esperienza che questi ha maturato quale componente della D.d.a., per 17 anni, presso due uffici, nonché anche coordinando l’attività investigatrice della p.g.”. E, come detto, tali elementi assumono preminente rilievo nella procedura concorsuale de qua». Secondo il Tar, però, «la decisione appare illegittima sotto svariati profili». Innanzitutto «per giurisprudenza costante, il mero svolgimento delle funzioni requirenti presso la D.d.a. non può, di per sé, essere assunto a elemento di prevalenza nel giudizio comparativo. Peraltro, anche la ricorrente risulta aver svolto per un considerevole lasso temporale (ossia nove anni) funzioni effettive in D.d.a.»; mentre «va rilevata un’altra lacuna nell’istruttoria», ovvero il fatto che il Csm non ha valutato «la documentata esperienza di coordinamento di un gruppo specializzato». Tutte circostanze che, secondo il Tar «rende incomprensibile la prevalenza riconosciuta al dott. Colamonici». L’effetto è l’accoglimento del ricorso proposto e la «restituzione degli atti all’organo di autogoverno affinché eserciti nuovamente il potere di conferimento dell’incarico».

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